Soltanto un giudice ordinario potra' risolvere il contratto tra la Chierichella e Santarelli
Lo sanciscono le otto pagine della motivazione firmata dal giudice del registro Antonino Orifici. I tempi tecnici che un simile iter richiederebbe complicano ulteriormente la querelle societaria. Soltanto un accordo tra la Chierichella e Santarelli potrebbe quindi sbrogliare una matassa sempre più ingarbugliata.
Otto pagine di osservazioni e motivazioni che culminano nel rigetto dell'istanza presentata dalla Camera di Commercio. È questo il contenuto del decreto firmato dal giudice del registro Antonino Orifici, interpellato dopo l'accordo raggiunto tra l'ex amministratrice unica dell'ACR Messina Marcella Chierichella ed il gruppo Martorano. I ricorrenti confidavano nella cancellazione della scrittura privata del 30 agosto scorso, stipulata presso lo studio del notaio Giorgio Rizzo di Roma, che aveva ad oggetto la cessione delle quote in favore della "Mitocase srl". Si è appreso che dopo il primo tentativo andato a vuoto ad inizio dicembre, l'udienza di fronte ad Orifici si è tenuta regolarmente dal momento che la convocazione è stata notificata nei giorni scorsi alla moglie di Santarelli. I legali del gruppo Martorano avevano ovviamente auspicato la regolarizzazione delle risultanze camerali con la re-intestazione delle quote alla Chierichella, forte di una diffida ad adempiere con cui credeva di aver messo spalle al muro l'imprenditore romano e della concessione di una procura irrevocabile a vendere a Martorano. Il giudice del registro ha però chiarito che il suo compito non è quello di accertare la proprietà delle quote dell'ACR Messina, che spetta invece ad un giudice civile, ma di verificare se la Camera di Commercio abbia correttamente proceduto all'iscrizione dell'atto di trasferimento che ha assegnato la paternità del sodalizio a Santarelli. Orifici ha rimarcato inoltre che il conservatore del registro delle imprese non avrebbe potuto effettuare un controllo sostanziale, accertando eventuali vizi di nullità, che dovrebbero essere originati dal mancato versamento dei 300.000 € pattuiti come contropartita economica. Motivo per il quale l'iscrizione così tanto discussa resta formalmente regolare. Il magistrato ha evidenziato infine che nella scrittura privata non era contenuta alcuna clausola risolutiva espressa ma che la diffida ad adempiere disattesa dal mancato versamento produrrà comunque la risoluzione del contratto. Il problema è che anche l'accertamento della sussistenza della causa di inadempimento deve essere demandato al giudice civile ordinario, al quale Orifici non poteva sostituirsi. Un procedimento che richiederebbe tempi tecnici che non sono certo compatibili con la prosecuzione dell'attività sportiva, che dovrà forzatamente riprendere il prossimo 5 gennaio se si vorrà evitare la radiazione che verrebbe originata dalla quarta rinuncia. Soltanto un accordo tra Santarelli e la Chierichella potrebbe sbrogliare una matassa che dopo gli ultimi avvenimenti è sempre più ingarbugliata. Se Martorano dovesse infatti trovare un accordo con Santarelli resterebbe comunque pendente la denuncia presentata dalla Chierichella per via degli assegni scoperti presentati dall'imprenditore romano.
messinasportiva.it
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