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Benvenuti nel blog dedicato interamente alla BIANCOSCUDATA...vuole essere un contenitore di notizie,aggiornamenti e riflessioni sul nuovo percorso intrapreso il 23 Marzo 2009 dall'Acr Messina verso la rinascita calcistica della nostra città.

14/07/2017 A.C.R. Messina rinuncia a presentare ricorso avverso mancata iscrizione al campionato di Serie C...e' l'ULTIMO RESPIRO...il presente contenitore cessa gli aggiornamenti...grazie a quanti in questi anni ci hanno seguito...!!!

Acr MESSINA...fino all'ultimo respiro !!!

Esiste un luogo dove il mito si confonde con la realtà e dove il tempo sembra essersi fermato per lasciare una traccia indelebile nell'anima degli uomini. Questo luogo è Messina...nn è solo memoria,ma qualcosa di più forte,di più grande,di più emozionante...è il senso di appartenenza a una comunità,che pur vinta spesso da un destino avverso,è sempre riuscita a trovare la forza di risorgere e di affermare il suo orgoglio di esistere...
Piero Ortega


GRAZIE !!!



sabato 27 maggio 2017

MESSINA TRAMA....IL MESSINA TREMA !!!

Scadenze, conti in rosso e un futuro che resta in attesa
La deriva incontrollabile. Quella in cui Messina città sembra essersi persa ormai da qualche decennio. Sociale, politico, sportivo: scegliete l’argomento che più vi interessa, il risultato sarà quello di uno specchio cittadino che dipinge una realtà arenata ai più beceri giochi di potere che, spesso, non sono altro che il dominio assoluto della propria zona di conforto. Nessun massimo sistema, nessun piano diabolico volto a dominare il mondo, solo e soltanto la voglia di vincere la guerra col vicino di casa e di potergli sbattere in faccia le mediocrità. Questa è Messina nei suoi giochi potere: mediocre. In ogni sua manifestazione di povertà intellettuale, in ogni sua becera grufolata travestita da massima opinione, una parte di Messina si auto-riproduce in peggio. Scrivere di calcio potrebbe ingannare, potrebbe far credere che le uniche gesta da raccontare siano quelle legate a un passaggio sbagliato o ad un cross ben riuscito. Forse sarà così a Bologna, Firenze e Torino. A Messina il quadro di insieme racconta altro, e spesso ci si trova a dover dibattere con personaggi, che hanno faticato a completare il ciclo di studi delle scuole medie, di: diritto bancario, pianificazione economica e/o fallimenti pilotati. L’arrivo di Franco Proto in riva allo Stretto non era stato condito dalle solite baggianate retoriche, o meglio non da tutto il menù di promesse attira popolo. “Normalità” la parola chiave dell’imprenditore di Troina, una dichiarazione quasi troppo semplice per essere compresa. I conti erano in rosso anche nella lunga giornata del preliminare di febbraio, peggiori al passaggio di proprietà definitivo di marzo. Peggiori perché chi ha gestito il Messina per un anno e mezzo non ha mai brillato per contabilità, accumulando spese di gestione da far impallidire l’amministratore delegato di un grande club di Premier League. Una sessantina di contratti da onorare entro il 26 giugno: sarà questa la probabile causa della morte del calcio messinese. A dirla così si potrebbe pensare con estrema facilità che il passo di Proto sia stato più lungo della gamba. Un passo che difficilmente avrebbe voluto superare i 250 mila euro di patrimonio personale investito, altro sintomo che il passaggio di consegne altro non era che un primo movimento verso qualcosa di diverso. 
IL LUNGO ANNO – Maggio 2016: una cordata con vari imprenditori si interessa all’ingresso in quota parte nell’Acr Messina. La società presieduta da Natale Stracuzzi rifiuta, rintuzza e viene sostenuta da larga parte dei cani da social network che nel gruppo al comando del Messina vedeva i personaggi ideali per aumentare il proprio tasso di egocentrismo in salsa messinese. La cordata si ritira in buon ordine, l’unico reduce rimane proprio Franco Proto. Il patron dell’Atletico Catania rimane sempre pronto al subentro, tanto che il suo disinteresse definitivo non arriva praticamente mai. Nel frattempo Stracuzzi e compagnia cominciano la lunga sfilza di contratti altisonanti, legati spesso a professionisti dell’assenteismo morale e etico. La stagione sportiva è cosa nota, quella delle scrivanie racconta di svariate trattative e innumerevoli firme su preliminari di accordo. La teleconferenza con l’America e con l’avvocato Massone diventa una delle perle mediatiche, sociali, cinematografiche, teatrali a cui Messina abbia mai dovuto assistere. Si arriva al passaggio di consegne, il club giallorosso passa a Franco Proto. Con lui Lello Manfredi, Vittorio Fiumanò e Fabio Formisano. Questo il gruppo che accompagnato dal pool di legali passerà il proprio tempo a navigare tra decreti ingiuntivi e scadenze. Le parole di Proto o di Manfredi portano tutte alla stessa conclusione: il capitale si allargherà. Inutile fare nomi e cognomi, marche e denominazioni. Proto rimane sorprendentemente isolato però, perde quelli che dovevano formare la nuova base finanziaria del Messina. Paura dei conti, ripensamenti o altro poco importa. Soldi loro, scelte loro. Accordo fra gentiluomini non rispettato? Chissà… non è neanche tanto importante visto il 26 giugno in arrivo. 
FINI ECONOMISTI – Mentre la data di scadenza della passione messinese si avvicina, il tifo sano deve fare i conti con gli illustri esperti del diritto economico, amministrativo e bancario presenti in città. Tutta gente che probabilmente in banca si è recata solo per cospargersi il capo di cenere di fronte a un direttore spietato, ma che improvvisamente può insegnare alla massa intera come far rinascere il calcio in giallorosso. Il monte debitorio del Messina fa l’occhiolino ai 3 milioni di euro, cifra da non prendere in considerazione viste le pendenze ancora non venute e fuori o le ingiunzioni che verranno stracciate e accompagnate da grasse risate vista la sproporzione tra il ruolo ricoperto e la cifra richiesta. Il debito è grosso ma non il problema più impellente: la scadenza del 26 giugno riguarda stipendi, contributi previdenziali, iscrizione e fideiussione. Cifra? Quasi un milione di euro, decine più, decina meno. Franco Proto da solo non può coprire una simile spesa, non erano queste le previsioni e non sarà lui a poterlo materialmente fare. Il passo indietro del folto gruppo di facoltosi signori ha portato via una cifra che avrebbe coperto buona parte della somma necessaria. Amen. Nessuna lacrima o maledizione, infatti Proto e società continuano a trattare con imprenditori nazionali e della provincia, la speranza è quella di un appoggio imponente. Lo fanno nonostante il fine settimana di riflessione dopo l’incontro vivace tra lo stesso Proto e qualche tifoso. Al contrario? Fallimento della società Acr Messina e fine del calcio professionistico. Sarebbe quello il momento in cui poderosi esperti lancerebbero il loro piano sportivo-economico-politico per far tornare in auge il calcio messinese. L’inesperienza in materia non li spaventa. 
DILETTANTISMO – La categoria potrebbe essere la D o l’Eccellenza, sarebbe comunque un campionato dilettantistico. Sarà forse questo il motivo che spinge dilettanti di professione a spingere per la soluzione a prima vista più semplice. Cancellazione del debito e ripartenza è l’ipotesi banale di chi prova a convincere non conoscendo nulla di gestione di aziende. Se da una parte il tipo di fallimento scelto chiuderebbe il discorso legato alle pendenze, dall’altro c’è una ripartenza sportiva basata sul nulla cosmico. La storia messinese racconta che per uscire dalla sola Serie D ci vogliono miracoli e tanti soldi, proprio quelli che hanno formato una parte imponente del debito attuale. Il ripescaggio in D consta una cifra da scucire a fondo perduto di 200 mila euro per la solo richiesta. Solo a quel punto arriva la parte sportiva: in un campionato dove potrebbero esserci squadre come Taranto, Cavese, Vibonese (o Catanzaro) e altre, il budget per poter vincere il torneo diventa simile a quello per agganciare la zona playoff della Lega Pro. Anche il ragazzino delle scuole elementari non brillante in tabelline e divisioni con la doppia riuscirebbe a capire che l’esborso per il solo ritorno in Lega Pro toccherebbe i 2 milioni di euro. Tutto questo dovrebbe essere accompagnato da una gestione virtuosissima che non porti all’inizio di nuove pendenze debitorie. Fantascienza, fanta-economia e fantasia ciarliera di egregi rappresentanti della mediocrità messinese. La stessa che spinge un qualsivoglia consigliere comunale assente per ben due volte alla votazione su MessinaServizi di giudicare con prosopopea i fatti taorminesi del rumoroso Accorinti. E' Messina bellezza…
Francesco Certo

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