Onorate la Biancoscudata
La Maglia peloritana ha accompagnato generazioni di campioni, degni di indossarla. Un appello ai calciatori: ora o mai più
Sappiamo che, in natura, ogni oggetto ha il proprio peso specifico. Ma come si può determinare, in termini comprensibili, il fardello che una Maglia carica sulle spalle di un calciatore che la indossa? Le componenti sono molteplici, ma quelle che condizionano seriamente l’oggetto della nostra ricerca sono principalmente tre: la Storia della città, il blasone calcistico e i cavalieri che hanno vestito la suddetta divisa. Adesso chiudiamo gli occhi e applichiamo le categorie enunciate alla vecchia, cara BIANCOSCUDATA. Beh, orgoglio, gloria, identità e fervore si mescolano insieme, bloccando lo stomaco in un turbinio di esaltazione estatica. Queste emozioni, cari giocatori, noi messinesi le conosciamo bene. Appartengono al nostro Dna, fanno parte del nostro essere, compongono il nostro respiro. Ma voi, combattenti chiamati alle armi, cosa sapete della Maglia che portate sulla vostra pelle tatuata? Sapete che, nel 1919, il Cavaliere Nazzareno Allegra si fece consegnare dallo spaccio della Marina undici maglie bianche, alle quali applicò lo Scudo della città, per vestire la neonata Unione Sportiva Messinese? Forse no… vedete, la Maglia che vi viene consegnata prima di scendere in campo, ha quasi cento anni. E lei, la BIANCOSCUDATA, ha resistito a tutto. Scioglimenti, fallimenti, guerre, prese in giro. Lei c’è sempre stata, conscia che, prima o poi, qualcuno l’avrebbe indossata nuovamente, per compiere imprese al limite del possibile. Lei svolazzò leggiadra sulla schiena di Ferretti. Lei venne affidata ad un peruviano tutto classe e follia, di nome Victor Benitez. Lei divenne bastarda, per fare comunella con la squadra del Professore, e venne coccolata da eroi mitologici come Salvatore Schillaci, Franco Caccia e Nicola Napoli. Lei, sempre lei, si occupò di abbracciare Ciccio Pannitteri e Vittorio Torino, e si prese cura di campioni come Di Napoli, Parisi, Sullo, Storari e Coppola in una notte d’inizio giugno che fa ancora accapponare la pelle. Lei c’era, a San Siro, sapete? Era presente anche quando un folle di nome Zampagna decise di fare un pallonetto a Pelizzoli. C’era anche quando Rafael sgretolò il muro difensivo dell’Inter. Ah…quasi dimenticavo! Ha vissuto due Derby giganteschi nella stagione 2004/05, dieci anni fa, giusto per rimanere in tema. Lei, solo e sempre lei, adesso, ha deciso di fondersi con Giorgio Corona, ritenendolo un sovrano degno di prendere la sua mano. Sua maestà, al primo tocco, ha capito immediatamente con chi aveva a che fare. Ma voi, pellegrini in cerca della vostra Gerusalemme, sapete cosa avete sulle spalle? Noi speriamo di avervi fatto capire quanto importante è, per tutti noi, la BIANCOSCUDATA. Domani, quando vi troverete in campo contro i cuginastri, ricordatelo. Le battaglie si vincono prima per la gloria, poi per il beneficio. Al calar del sole, solo un popolo potrà sventolare il proprio vessillo al di là del monte… fate che sia lei. Lei, lo merita.
Marco Boncoddo
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