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Benvenuti nel blog dedicato interamente alla BIANCOSCUDATA...vuole essere un contenitore di notizie,aggiornamenti e riflessioni sul nuovo percorso intrapreso il 23 Marzo 2009 dall'Acr Messina verso la rinascita calcistica della nostra città.

14/07/2017 A.C.R. Messina rinuncia a presentare ricorso avverso mancata iscrizione al campionato di Serie C...e' l'ULTIMO RESPIRO...il presente contenitore cessa gli aggiornamenti...grazie a quanti in questi anni ci hanno seguito...!!!

Acr MESSINA...fino all'ultimo respiro !!!

Esiste un luogo dove il mito si confonde con la realtà e dove il tempo sembra essersi fermato per lasciare una traccia indelebile nell'anima degli uomini. Questo luogo è Messina...nn è solo memoria,ma qualcosa di più forte,di più grande,di più emozionante...è il senso di appartenenza a una comunità,che pur vinta spesso da un destino avverso,è sempre riuscita a trovare la forza di risorgere e di affermare il suo orgoglio di esistere...
Piero Ortega


GRAZIE !!!



lunedì 12 aprile 2010

Piccoli Giordano crescono...

Ora più che mai serve umiltà e lucidità per salvarsi, ma alcune analisi dei protagonisti dimostrano presunzione e stato confusionale.
Le ultime due retrocessioni a cui i tifosi messinesi sono stati costretti ad assistere, non più tardi di 4-5 anni fa, avevano tra loro un significativo aspetto in comune. Come dimenticare, da un lato, Bruno Giordano, il quale dopo ogni sconfitta (e ne collezionò parecchie…) consegnava al popolo giallorosso il seguente messaggio: “Abbiamo perso… e allora? Che volete?”. Ricordate, dall’altro, Giampiero Ventura, oggi considerato un fenomeno della panchina, che non si era manco accorto che la discesa in Serie B era ormai sancita dalla matematica (toccò a un giornalista, a Reggio Calabria, il compito di farglielo notare) e prometteva che la squadra avrebbe continuato a lottare, fin quando i numeri non l’avrebbero condannata? Serie e personaggi lontani, ma concetti che nel mondo del calcio assumono valenza universale: presunzione e confusione fanno rima con retrocessione. In stato confusionale l’Acr si è ritrovata sin dalla nascita (ovviamente per esclusiva colpa della dirigenza), mentre l’arroganza sembra, purtroppo, emergere in maniera direttamente proporzionale rispetto alla mancanza di risultati e pare coinvolgere la squadra. È vero, sulla sconfitta contro il Rosarno pesa una chiamata da (finto) fenomeno dell’assistente, a cui probabilmente non ha giovato guardare in televisione la sera precedente Fiorentina-Inter, con i moviolisti scatenati a interpretare il regolamento per valutare la rete del pareggio viola. L’annullamento del gol di Di Napoli all’88’ rasenta l’assurdo, ma nell’analisi della gara non si può dimenticare il computo delle occasioni: tre per i giallorossi (compresa la rete non concessa), contro le sei (incluso il gol e un palo interno) dei calabresi. Certo, gli ospiti non hanno dominato, ma per come si è sviluppata la partita non ne hanno avuto neanche bisogno… Hanno semplicemente gestito i ritmi a proprio piacimento e, nel secondo tempo, hanno addormentato la gara. Questo perché, di fronte, si sono ritrovati un Messina incapace di assumere – se non per una manciata di minuti – il comando delle operazioni. Se non si parte da questi presupposti, è assolutamente arduo prefigurare un miglioramento: per Labonia, protagonista di un battibecco con alcuni cronisti a fine gara e capace di affermare: “palo? Io non ho visto alcun palo…”, i suoi hanno disputato una partita convincente. Ciò significa che mira a ripetere l’identica prestazione pure nelle cinque giornate restanti. Se così sarà, il destino appare segnato. Certo, prendersela con l’allenatore, in questo momento, equivale a sparare sulla Croce Rossa: Labonia, come e più del suo predecessore e amico Infantino, sta cantando e portando la croce. Lui e il ds Avallone sembrano incursori catapultati dietro le linee nemiche, con il disperato compito di difendere una postazione di fronte a un intero esercito nemico. Ormai è chiaro: non arriverà alcuna truppa in appoggio (nonostante i proclami, pure ieri la proprietà era assente), per mantenere la Serie D bisognerà cavarsela da soli. I tifosi, dopo il duro confronto con i giocatori a Palazzolo, sembrano averlo capito. Alla favoletta della squadra “fuori categoria” hanno smesso di credere già da tempo: se devi schierare una formazione con un centrocampista adattato terzino, sei under e senza una prima punta, non sono certo i valori tecnici la tua risorsa principale. Devi, piuttosto, fare leva sull’umiltà, sulla voglia di vincere (e, da questo punto di vista, la partita contro il Rosarno dovrebbe insegnare tanto), sulla presa di coscienza che evitare gli spareggi-salvezza, allo stato attuale, è un’impresa da conquistare, non un atto dovuto per volontà divina. Anche perché, facendo i debiti scongiuri, a un eventuale play-out bisognerebbe arrivare con la giusta mentalità. Per il resto, lasciamo stare le voci – confermate – su possibili passaggi di consegne ai vertici della società: l’avvento di una nuova proprietà, probabilmente, sarà ancor più difficile del raggiungimento della salvezza.
normanno.com

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