In questo torneo i giallorossi non sono mai riusciti a offrire conferme, ma la classifica impone una ripartenza immediata.
C’è qualcosa di nuovo in questo Messina, anzi d’antico. I versi di pascoliana memoria sembrano descrivere al meglio la situazione in casa Acr, dopo l’ennesima delusione della stagione segnata dalla sconfitta di Modica. A poco serve l’analisi tecnica della singola partita. Certo, l’appellarsi alle cattive condizioni del terreno di gioco, divenuto ritornello nelle dichiarazioni del dopo gara, è riduttivo e quasi banale: in questo girone, ben poche volte si gioca su manti lisci come tavoli da biliardo. Intellettualmente molto più onesto il commento di Sabatino: siamo stati meno forti degli avversari i quali, aggiungiamo noi, forse avevano anche qualche motivazione in più. Pippetto Romano, ad esempio, appena vede giallorosso sembra un toro di fronte alla muleta e, infallibilmente, è lui a “matarci”. L’anno scorso era già successo due volte, ma almeno un pizzico di rimorso per l’amico Ciccio La Rosa l’avrà pur provato. Stavolta, neanche quello. Ignazio Panatteri, poi, è uno che è abituato a sentirsi ripetere dal ds Avallone: la società si è pentita di averti lasciato partire in estate e vorrebbe riportarti in riva allo Stretto. Alla fine, però, non se ne fa mai nulla. E, in effetti, avrebbe avuto poco senso far fare a uno come lui la quarta punta, dietro a gente come Di Napoli, Sarli e Magliocco. E poco senso ha pure parlare di mancanza di fisicità per questa rosa e, contemporaneamente, giudicarla la migliore formazione del girone. Pure su fondi erbosi infami, si può fare a meno di giocare con la “spizzata” dell’ariete, magari avanzando i centrocampisti o sfruttando l’opzione del tiro dalla distanza. Piuttosto, va preso atto che questa squadra ha un’anima debole. Sembra afflitta da un complesso, che le impedisce di volare. Nonostante le diverse configurazioni assunte dalla rosa dall’inizio del torneo, è puntualmente accaduto: a Trapani come a Modica, con l’Avellino come contro il Milazzo. Basta un attimo in cui si intravede un bagliore fuori dal tunnel e immediatamente dopo si è costretti a rimangiarsi le parole di speranza. Nel frattempo, aumentano i rimpianti, visto che le prime in graduatoria viaggiano con il freno a mano tirato. Una formazione in grado di essere bella (contro la Vigor Lamezia), bellissima (vedi Sapri) e, comunque, alla distanza incapace di proporsi nel torneo con una forte personalità. Detto ciò, tuttavia, bisogna stare attenti a gestire tali delusioni ed a ripartire immediatamente. Ora più che mai la proprietà deve stare vicino alla squadra: oggi siamo ad appena due punti dai play out e con i play off a sette lunghezze, davanti abbiamo due gare interne a porte chiuse inframezzate dalla trasferta di Caltanissetta, dove incontreremo un altro ex, Gaetano Di Maria, con il dente avvelenato. Demoralizzarsi adesso sarebbe rischiosissimo, poiché nella fase finale del campionato sicuramente si assisterà a un’accelerazione generale e farsi trovare in ritardo non è sicuramente consigliabile. Sperando sempre che le montagne russe si fermino e si possa trovare un’indispensabile continuità.
normanno.com
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